Vellutata, del vagabondare distratto e irreale

Prendete 2 carote, pelatele, lavate bene...
Prendete 1 patata pelatela, lavate bene
Prendete  1 porro, tagliate a pezzi...
Mettete sul fuoco, cottura lenta, a vapore..
Prendete le verdure una volte cotte,il porro solo nella parte bianca, prendete il minipimer e il suo bicchiere, mettete l'acqua di cottura delle verdure, aggiungete olio extravergine vero, salate e frullate.

Se vi piace aggiungete orzo, farro, grano, crostini di pane o liscia..così, vellutata senza panna.


Oggi la ricetta arriva prima delle mie parole, un po' perchè è talmente facile che chiamarla ricetta è quasi un'offesa, un po' perchè così potete leggere solo l'inizio;), un po' perchè io sono too slow today e con me le riflessioni dietro la vellutata.

Ma che si porta una vellutata? Cioè quanto pesa una vellutata? Direi poco o niente, la preparo distratta, ma con cura, la preparo velocemente, ma a cottura lenta, la preparo per loro, ma vago oltre loro, che sono qui.
Giro e vago.
E poi torno.
Ma il vagare mi è dolce, anche se dolce non è, perchè poco conosciuto, lontano e irreale.
Ma il vagare mi distrae, mi porta fuori strada e al tempo stesso mi fa essere presente nel viverlo.
Mi fa dormire poco e io amo dormire.
E allora facciamo così per oggi di reale c'è solo la ricetta, il resto lasciatelo fuori perchè non è di questa vita.
La vita è adesso diceva uno...il vagare è fuori dalla realtà dell'adesso e quando diventa reale si frantuma in mille pezzi, perde senso e spessore.
Quindi lo lascio lì come vapore, leggero e sinuoso, a margine.
Lo lascio lì e spero non vada via troppo presto.

Gnocco in una versione introspettiva è impazzito?!? Può essere, non me ne vogliate...poi passa.


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