Passaggi di neve

Oggi c'è un cielo terso e un vento freddo che appena tace nasconde un sole tiepido, forse più caldo di quello di marzo, forse un quasi aprile.
Ho ossigenato prima il corpo, ci ho messo dentro tutta l'aria che ho respirato, ho fatto andare le gambe, ho tirato a calci un supertele con due compari davvero d'eccezione, con cui poi ho pranzato sull'erba e divorato un gelato dalle dimensioni interessanti.


























Lavorando poi di cibo e di creme, mi sono trovata incastrata in pensieri circolari sui passaggi di materia: quelli che trasformano una cosa in un'altra, quelli che dal liquido creano il solido, quelli che fanno le cose diverse alla vista, al tatto e al gusto.
Perché degli albumi che si montano a neve, hanno un fascino quasi ultraterreno.

Come fanno a prendere quella consistenza? come fanno a diventare altro di così diverso da sé, continuando sempre ad essere albumi?
La natura nascosta della neve, ferma, bianca e immobile, che da sempre portavano con loro, attendendo solo che qualcuno la portasse fuori dal guscio, così al bisogno.
E allora si, sono albumi chiari e appiccicosi e poi ad un tratto in pochi minuti diventano candidi ed eleganti. Un divenire potenziale con cui ignari convivevano, sorpresi loro stessi di poter diventare tanto altro da quello che sempre erano abituati a percepirsi.

Il cambiamento, i passaggi di stato, il farsi altro da sé è qualcosa che mi lascia incantata, quello di albume, a tratti quasi quanto quello di un animo.
Accogliere un cambiamento, accogliere pezzi nuovi di sé che lenti arrivano alla superficie, riconoscerli come propri e sapere di non poterne più fare a meno.
I pensieri circolari sugli albumi mi portano qui, molto più veloci di dove mi hanno portato le mie gambe questa mattina.
Dentro al cibo e a quello che ne viene e che ne è intorno, trovo di continuo modi di leggere me, anche se l'idea di sentirsi simile ad un albume, capisco, che possa richiedere numerose sedute di terapia ;)

Inutile dirvi che tutta quella neve candida e i suoi pensieri rotondi hanno fatto una brutta fine, perché nel flusso del cambiare ho deciso che dovevano assumere la forma di un tiramisù, di quelli bomba (spero!), di quelli "menomalecheciseitu". 
Che dire la ricetta è sempre quella, la trovate qui
In più ho solo aggiunto delle gocce di cioccolato nel mezzo della crema, così che mentre ti conforti nel morbido della crema, resti all'erta e trovi una goccia.

Allora buon sabato, un po' di neve e un po' circolare...

Commenti

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Ava B ha detto…
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